Umberto Galimberti: il dolore nella cultura greca

La sofferenza psichica può nascere dalla presunzione di avere diritto a una felicità senza ombre e senza deflessioni. Secondo Galimberti, questa aspettativa più o meno conoscia ha una radice cristiana e nasconderebbe hybris, ovvero l’ingenua tracotanza descritta dai Greci, un popolo serio ed educato al senso del limite. Dai Greci possiamo ricavare una formula, sia per godere nel tempo della gioia sia per contenere il male nel tempo del dolore.

1 commento

  1. Dai Greci dobbiamo imparare questa ultima formula . Giustissimo. Però onestamente devo dire che a me
    nessuno ha mai insegnato,nell’ambiente cristiano ove sono cresciuta, a teatralizzare/ esternare il dolore . È verissimo che così si perdono gli “amici” e comunque è una questione di buona educazione non riempire la testa degli altri con i nostri dolori e problemi. Nello stesso tempo siamo chiamati ( anche come umani e non solo come cristiani) a sostenere ed essere solidali con chi soffre e per farlo, in qualche modo e misura, dobbiamo pur venire a conoscenza del dolore altrui.
    La felicità, in realtà, il cristianesimo la professa come conquista di un futuro non terreno. Forse da questo posticipare al “dopo” la felicita’ ( e non necessariamente come ricompensa del dolore ) è derivato quell’ottimismo ” futuribile” , se si può dire così, che pone la felicità come sicura soluzione dopo il problema . Cio’ di cui parla Galimberti con tanti esempi storici di ” cristiani ” … ” non greci”.
    Bisognerebbe essere semplicemente piu realisti – o più greci, come volete- e considerare, appunto, il dolore come parte della vita e basta.
    La mancanza di un sano realismo, che accetti il dolore per quello che e’ , io credo che oggi si noti bene da una esagerata – quasi esclusiva- ricerca di felicità e soddisfazione che ci pervade e di cui ricopriamo i nostri bambini e giovani nell’educarli. Costoro non sanno più sopportare il dolore e appena lo vengono a conoscere impazziscono : devono fare solo esperienze felici e di affermazione di sé …….questo sembra un po’ il nuovo comandamento.

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