Adulti distanti e punitivi, quelli del passato. Adulti vicini e spaventati, quelli del presente. Senza la giusta distanza (e la giusta vicinanza) è la relazione con i nostri figli e i nostri alunni che rischiamo di perdere Sarà capitato anche a voi vedere in TV le riprese di una superficie perfettamente pulita analizzata al microscopio: più ci avviciniamo e più appaiono imperfezioni; quella che era una superficie liscia e perfettamente piana appare ora come un susseguirsi di avvallamenti, salite e discese, piene di organismi, di sporcizia, granelli che al microscopio appaiono come massi. A volte, mi dico, è tutta una questione di prospettiva, di distanze,Leggi altro →

Cancellare l’errore significa forse non prenderne veramente coscienza, mentre l’apprendimento è – in quanto tale – fatto di inciampi. Perché è così difficile nella nostra società accettare l’errore o tollerare il fallimento? Quali sono le conseguenze, a volte tragiche, di questa stortura e quali, invece, le radici nell’infanzia? Non ho mai sopportato, da quando la mia prima figlia frequentava le scuole primarie, le penne cancellabili. E anche oggi, che tocca al mio secondo, mal le tollero. E non è solo una questione di costi, anche se questa magica penna può arrivare a costare 7 volte tanto una più onesta e modesta biro. Ma no, nonLeggi altro →

Un bravo docente deve saper entrare nel mondo dei ragazzi, che a volte è inospitale, spesso incomprensibile persino a loro A scuole finite, dunque a bocce ferme, possiamo ragionare con calma su un tema che, fino a qualche anno fa, sembrava impensabile: la violenza degli studenti nei confronti dei loro insegnanti. Alunni che minacciano professori perché esigono un voto assolutamente non consono alla loro scarsa preparazione, studenti che legano, picchiano, umiliano i loro docenti, genitori che se la prendono con gli insegnanti perché hanno osato rimproverare i loro teneri virgulti o, addirittura, dare loro un’insufficienza. Ai miei tempi, peraltro non remoti, tutto ciò era inconcepibile:Leggi altro →

Dello stralcio di questa vecchia intervista a Karl Popper colpisce il contrasto tra l’estetica, che potremmo definire vintage, e l’attualità fin scontata del messaggio: la televisione non si può nascondere, nota il filosofo, dietro la facciata di una presunta oggettività e spacciare le notizie che veicola come semplice informazione. Non c’è informazione de-situata. Non c’è comunicazione senza un punto di vista. Non c’è notizia senza una scelta a monte dei contenuti da trasmettere. La televisione ha lasciato almeno in parte la scena ad altri mezzi oggi, ma la tesi di Popper non ha perso verità. Anzi, a nostro avviso, la pandemia ha rappresentato una cartina di tornasole fedelissima del potere che hanno i media di plasmare opinioni (anche attraverso iLeggi altro →

Più che educare, la scuola del sospetto, del controllo e dell’umiliazione spegne la coscienza critica Aula scolastica in presenza, mese di ottobre. Una mia paziente, mi racconta un episodio che l’ha molto commossa. La figlia prende un 4 in matematica. Fa seconda media e da qualche tempo è in difficoltà. La mamma scopre il voto prima che la figlia rientri a casa, guardando il registro elettronico. Mentre pensa a come accoglierla e a cosa dirle, la mente torna alla sua totale incompetenza in materia e viene assalita dall’ansia che, come lei, anche la figlia possa iniziare a odiare la matematica, ritenendola incomprensibile e ostica. AppenaLeggi altro →

Dopo la tanto chiacchierata Maturità 2020, rilanciamo il filmato in cui Franco Nembrini racconta un successo educativo nato là dove proprio non lo si aspettava. Noi vi leggiamo una prova che alla didattica a distanza, pur utilissima, mancheranno sempre i sussulti del “corpo in relazione”, ma cogliamo  anche un altro messaggio. Ai giovani va concessa l’esperienza della fatica: di studiare come di esporsi, di volare alto come di riconoscere il proprio limite. Proteggerli da tutto questo significa non solo ostacolare la loro crescita, ma anche negare ciò che chiedono. Forse qui il nostro amore, incapace di intercettare il desiderio dei ragazzi, confina con un certo inconsapevole egoismo.  Leggi altro →

Nel commento a un passo dantesco, Franco Nembrini propone una riflessione sull’amore che per una volta mette d’accordo ragione e sentimento. Chiunque di noi può accedere, pescando nella propria memoria emozionale, all’incanto dell’innamoramentoe forse cogliervi quegli accenti che Nembrini con Dante avvicina all’esperienza mistica. Ancora di più, però, ci colpiscel’accostamento tra il voler bene e il cooperare affiché la persona che amiamo compia il proprio desiderio, ossia realizzi il suo essere. Questo è ciò che dovrebbe muoverci nella relazione d’aiuto. Oltre la presunzione di sapere quale sia il bene dell’altro. Leggi altro →