E’ la dimensione passiva del sentire che apre alla possibilità di instaurare una vera relazione  Il linguaggio mi ha sempre affascinato, la heidegeriana “dimora dell’essere” mi ha sempre attratto, come se ci fosse sempre qualcosa che sfugge, qualcosa che non si riesce bene a spiegare. Questo sottrarsi continuo, questo saper attrarre e distrarre aprendo un caleidoscopio di  significati, da una lato ci lascia spesso frustrati ma, se abbiamo l’ardire e l’ardore di andare oltre, ci permette di accedere ad altri mondi, altri significati, altre dimore.  In fondo il nostro lavoro di “psico-qualcosa” consiste proprio in questo, nel cercare di entrare nel linguaggio dell’altro; ogni termine èLeggi altro →

Se dico che ti voglio bene, poi tu non fai il tuo dovere. La mia mamma era così: «Meglio non dirglielo», pensava, «se no si rammollisce!». Questa idea faceva il paio con l’altra, subito dopo un bel risultato in università: «Non le dico che è stata brava, altrimenti non studia più». Certo la motivazione così faceva un po’ acqua, lo sforzo era enorme, la delusione quasi altrettanto cocente (e anche per un buon risultato). E così, per un lungo periodo, sono cresciuta con la convinzione che le cose ottenute con il sacrificio e l’abnegazione siano le uniche ad avere davvero valore, quelle che contano nellaLeggi altro →