Come si affronta e come si è affrontata nei secoli che ci hanno preceduto? Quando è successo che da fatto della vita è diventata malattia da curare? Avere a che fare con la sofferenza non è una scelta, ma il come farlo, come trattarla e considerarla, dipende da noi Nel corso del tempo lo abbiamo chiamato in mille modi: male di vivere, dolore, melanconia, nostalgia, acedia… La fatica di stare al mondo arriva dalla notte dei tempi, da quando l’uomo comprende che il vivere e il morire non sono semplicemente legati ai fatti del mondo. Allo stesso modo in cui i bambini piccoli a unLeggi altro →

Sembra essere sempre più difficile avere a che fare con il lutto, il dolore e la morte. Come se non potessero far parte delle nostre vite, come se non ci fosse spazio per contattare quella parte di noi stessi Don… Don… Don…Tocchi di campana, quella grossa, isolati tra loro e distanziati da sei inesorabili secondi. Nove tocchi di campana, poi una sequenza più ravvicinata di due oppure tre tocchi in successione. Già dai primi tocchi la gente, gli anziani soprattutto escono di casa, vanno in strada e chiedono: “Chi è?”, allora una ridda di supposizioni: “Potrebbe essere il marito della Gina, è un po’ diLeggi altro →

Quando i protocolli finiscono per discriminare ulteriormente i pazienti con problemi mentali “La prima classe costa 1000 lire, la seconda 100, la terza dolore e spavento e puzza di sudore dal boccaporto…” Cosi un giovane Francesco De Gregori descrive il mondo ai tempi del Titanic, un mondo in cui non solo viaggiare ma anche morire aveva le sue priorità e regole. Regole, di questi tempi ne abbiamo viste tantissime, multiformi, buone per arrivare alla fine della settimana e per andare a leggere gli aggiornamenti e i comportamenti da tenere. Come mi è già capitato di scrivere, a mio modo di vedere la fase più delicataLeggi altro →

L’ottimismo della cultura cristiana, secondo Galimberti, ha incubato il germe che dall’interno ha corroso lo spirito di solidarietà e la priorità della persona rispetto alla Legge con cui lo stesso cristianesimo era nato. Recuperare la vocazione rivoluzionaria del Vangelo – vero dettato cristiano – – è possibile solo custodendo l’imperfezione, accettando la stortura che è nell’uomo e nelle cose, proteggendo l’ombra che accompagna il viandante. E qui Nietzsche ha un insospettabile alleato.Leggi altro →