Il format televisivo che drammatizza le gare di aspiranti cuochi è un insulto all’intelligenza e a chi sopporta vere sofferenze  Tre persone improbabili: un palestrato con tatuaggi maori e bicipiti da decatleta, la ragazza che viene dal sud sempre con quel congiuntivo, l’orientale naturalizzata italiana con la lacrima facile che legge la lettera del padre.Un solo elemento comune: un grembiule blu, un grembiule da pasticciere. Siamo alla finale del reality del momento, la sfida dei pasticcieri. Io che arrivo da un paese di campagna ho sempre pensato che il pasticcere fosse un bel mestiere, piuttosto tranquillo, fantasioso e creativo. Da psicologo poi ho sempre pensatoLeggi altro →