Come fanno gli psicologi che tornano a casa a non essere sopraffatti e “appesantiti” dalle storie dei loro pazienti? Come fanno a dormire sereni dopo aver ascoltato storie di sofferenza e di fatica? La chiave è nella relazione, non fuori da essa  Diversi sono i luoghi comuni che si aggirano attorno alla mia professione (come del resto, immagino, a molte altre, se non a tutte), ma la domanda che più spesso mi sento rivolgere è: “Ma poi, la sera, quando torni a casa, non ti senti appesantita da tutte le storie che ascolti?”.  La sera… in alcuni casi, arrivano anche a chiedermi “ma come faiLeggi altro →

E’ la dimensione passiva del sentire che apre alla possibilità di instaurare una vera relazione  Il linguaggio mi ha sempre affascinato, la heidegeriana “dimora dell’essere” mi ha sempre attratto, come se ci fosse sempre qualcosa che sfugge, qualcosa che non si riesce bene a spiegare. Questo sottrarsi continuo, questo saper attrarre e distrarre aprendo un caleidoscopio di  significati, da una lato ci lascia spesso frustrati ma, se abbiamo l’ardire e l’ardore di andare oltre, ci permette di accedere ad altri mondi, altri significati, altre dimore.  In fondo il nostro lavoro di “psico-qualcosa” consiste proprio in questo, nel cercare di entrare nel linguaggio dell’altro; ogni termine èLeggi altro →