Siamo sempre più abituati a cercare l’utilità, la praticità, quel che serve. Ma se ben guardiamo, è proprio nell’inutilità che possiamo trovare lo spazio della nostra presenza più vera. Come ci insegnano i bambini e gli anziani. “Questa riflessione è inutile, non porta a niente…”; “Quante volte me lo hai già detto? Non ha senso che tu ripeta sempre le stesse cose…” Quante volte capita di sentire questo genere di discorsi, situazioni in cui ciascuno di noi sembra invaso improvvisamente dalla necessità di concretezza, dalla necessità di sentire un senso di utilità. I giovani la reclamano come necessità assoluta di poter fare, di poter incidereLeggi altro →

“La coppia perfetta: un po’ di proibizione e molto gioco”. Citiamo Roland Barthes in uno dei suoi Frammenti di un discorso amoroso per commentare questo video, che racconta la nascita di un amore e la sua ultima stagione, con il gioco a fare da collante tra la prima e l’ultima scena. All’inizio il gioco si insinua in una parola – “imbroglione” – bisbigliata all’orecchio di un uomo anziano e fragile. Poi arriva il flashback, che riporta l’uomo e la sua compagna di vita indietro nel tempo. Qui, i protagonisti sono ragazzini e il gioco si traveste da scherzo: è la provocazione di chi non prende sul serioLeggi altro →

La toccante esperienza di uno psicologo in una unità ospedaliera che lotta contro il Covid 19 “Bisogna mettere due paia di guanti”:  “Perché, la bestia li può bucare?” “ No”, sorride il collega esperto in malattie infettive, “perché quando togli il destro poi avresti la mano nuda a togliere il sinistro e lì… entra”.  Poi ci sono le mascherine e i camici in tnt, togliere appena fuori dal reparto, poi le sovrascarpe, poi occhio ai gesti di autocontatto….. Comincia così la mia esperienza in Psycological Unit Covid-19, già perché se i preti parlano in latino ed i filosofi in greco, da un po’ gli psicologiLeggi altro →

“Anni colorati”, “Casa della quiete”, “Casa della serenità”… Poi entri: sguardi spenti, come direbbe Montale, agglomerato di eremiti; ciascuno che si guarda la punta dei piedi oppure si annulla con lo sguardo perso nel televisore. Chi di noi non ha mai visitato una Residenza per anziani, chi di noi non se ne è andato con la morte nel cuore e un senso di colpa cosmico? Certo: ci diciamo spesso che la popolazione invecchia sempre più ed è sempre più difficile avere risposte calibrate su nuovi bisogni, bisogni che spesso i soggetti anziani e le loro famiglie non riescono a soddisfare in modo competente ed efficace.Leggi altro →