L’Almamatto svela storie di vita e risvolti inattesi. E anche in personaggi che appaiono lontani da noi, ci racconta una delle autrici, possiamo scoprire qualcosa che ci appartiene Appena ho la mia copia dell’Almamatto tra le mani, prima ancora di aspirare il profumo della carta che rende i libri stampati un piacere antico e difficilmente surrogabile, corro al giorno del mio compleanno. Ci trovo un uomo. Se anche questo dato non gettasse qualche granello di sabbia nel motore dell’identificazione, subito arriva il nome del Nostro a predispormi al distacco, e anche a un certo disorientamento.  Che associazioni potremo mai scovare io e la mia radice genealogica,Leggi altro →

Quando l’essere umano va in crisi non è come un bug, un errore di sistema da resettare. Non basta fare “spegni e riaccendi”, ma bisogna capire cosa dice, cosa comunica la crisi, da dove nasce e qual è il suo senso Marcello Malpighi, medico filosofo, uno che forse avremmo potuto mettere sul nostro Almamatto, uno dei tanti che venne sedotto dall’illusione del meccanismo, dell’ingranaggio, del dente saltato. Nel diciassettesimo secolo fonda una strana disciplina, la Iatromeccanica, in cui cerca di immaginare il corpo umano prima e poi, per estensione, anche i moti dell’anima come il prodotto di meccanismi, dai più elementari fino a quelli incredibilmente sofisticati.Leggi altro →

Camille Claudel, Emmy Noether e Sylvia Plath, tre donne pazze, eccentriche e geniali nelle pagine dell’AlmaMatto Camille Claudel, la scultrice a cui viene riconosciuto il genio, ma a cui non spetta il successo. L’amante di, la sorella di. A 49 anni, sua madre la fa internare dopo averla sempre ostacolata, soprattutto a causa del suo amore per l’arte. Morirà trent’anni dopo in manicomio, violata, sola, privata di ogni libertà e agio, come lei stessa denuncerà nelle sue lettere. Se ha una colpa, pensa Camille, è di aver voluto vivere come desiderava. Emmy Noether, niente meno che la madre dell’algebra, deve assistere alle lezioni universitarie senzaLeggi altro →