Come fanno gli psicologi che tornano a casa a non essere sopraffatti e “appesantiti” dalle storie dei loro pazienti? Come fanno a dormire sereni dopo aver ascoltato storie di sofferenza e di fatica? La chiave è nella relazione, non fuori da essa  Diversi sono i luoghi comuni che si aggirano attorno alla mia professione (come del resto, immagino, a molte altre, se non a tutte), ma la domanda che più spesso mi sento rivolgere è: “Ma poi, la sera, quando torni a casa, non ti senti appesantita da tutte le storie che ascolti?”.  La sera… in alcuni casi, arrivano anche a chiedermi “ma come faiLeggi altro →

A volte ce lo imponiamo, e non ci riesce. Fermarsi significa lasciar andare il controllo, anche su noi stessi, per stare realmente in contatto con noi e per poter stare in ascolto dell’altro L’abbiamo chiamato in tanti modi: meditazione, training autogeno, yoga, estasi, più di recente mindfulness e focusing. La questione che io, da ragazzo di campagna, amo chiamare semplicemente lo stare fermi riveste a mio modo di vedere una importanza cruciale per quelli che fanno il mio mestiere.  Io, da sempre agitato e inquieto, ne ho fatto una questione di vita o di morte, una di quelle cose che le impari per mestiere maLeggi altro →

l “dominio dell’uguale” è quel meccanismo con cui ci rassicuriamo scegliendo sempre il noto, il conosciuto, il simile a noi. Ma è anche quello che ci depriva dalla reale possibilità di essere fecondi Diverso da chi? La diversità, nel suo significato più ampio, è al centro dell’attenzione in questi anni, con il correlato della sua necessaria accettazione. Riflettendo sul concetto di diversità, ad esso collego quello di alterità e anche di integrazione, di riconoscimento reciproco e convivenza. Tutti temi cari a chi fa il mio mestiere e a tutti quelli che hanno una attenzione al modo che abbiamo di stare insieme, di pensare il futuro.  Leggi altro →

Viviamo in una realtà che ad ogni momento, per qualsiasi cosa, ci impone di schierarci, di stare di qua o di là, come si dice ora “senza se e senza ma”. Ma cosa perdiamo in questa polarizzazione tra bianco o nero? Forse più di quello che immaginiamo “Si deve aspettare l’arrivo di un nuovo genere di filosofi… i filosofi del pericoloso ‘forse’ in ogni senso”. Così il grande Nietzsche in “Al di là del bene e del male”, sempre provocatoriamente dipinge, ancora una volta con precisione chirurgica, uno dei mali peggiori della nostra modernità, divenuto oggi sempre più attuale. Viviamo in una realtà che adLeggi altro →

La differenza la fanno le dinamiche che si creano tra le persone che ne fanno parte. E la possibilità – o meno – di essere diversi Il “branco”: quando leggiamo o vediamo questa parola sui media sappiamo che la notizia è quella di un’aggressione violenta a un singolo da parte di un gruppo di persone. Le più tristemente note riguardano il branco di Manduria che uccise un anziano disabile qualche anno fa, quello di Colleferro che – più di recente – ha ammazzato di botte il giovane Willy e, ancora, un branco di 20 ragazzini che si sono scagliati contro una giovanissima ragazza autistica, oLeggi altro →

Non è solo quello di andare avanti ma quello di sapersi fermare, a volte. O anche di voltarsi o, ancora, di fare un passo indietro. In un momento in cui passiamo da una pandemia alla minaccia di un conflitto globale, le strade per essere coraggiosi non sono sempre quelle che ci aspettiamo “Coraggio” era una delle parole più frequenti nel lessico familiare di mia nonna. A volte usciva come fossile di un proverbio e riportava al piano noto delle cose chi di noi anticipava nel pensiero incognite, problemi e fatiche. Forza e coraggio, che il mondo è di passaggio. Più spesso l’esortativo diventava vibrante, per scuotereLeggi altro →