Un contenitore da riempire, oppure l’organo del pensiero che, attualizzando il passato, lo vivifica per preparare l’azione? Abituati ad associare la parola “memoria” ai dispositivi tecnologici che ci facilitano tanto la vita, abbiamo dimenticato le origini arcane di questa facoltà umana. Abbiamo scordato che la Protettrice del Ricordo – Mnemosyne – era la madre delle Muse, e che ricordare è essenziale tanto per apprendere quanto per creare. Forse ridurre la memoria a magazzino inerte di dati è più comodo e più rassicurante per noi che, come il ragazzino del video, ammassiamo cose, informazioni ed esperienze nell’illusione di costruirci una base solida in un mondo che ci sembra sempre più fuori scala e fuori controllo. La smania dell’accumulo però appesantisce la scelta. Se abbiamo troppe variabili, la nostra capacità decisionale si blocca. E allora ci vuole uno sguardo diverso – più antico, più saggio, straniero? – per aprirci gli occhi sulla memoria intesa come rete di significati e sul suo potere trasformativo.
2022-01-27