Una crisi d’angoscia, la richiesta di un ricovero e la risposta – distratta – del sistema. Cosa significa valutare un sintomo? Cosa succede a una persona che soffre e sente di non essere presa sul serio? L’altra sera un ragazzo che seguiamo con la Fondazione ha chiamato l’operatore che ha come riferimento perché stava male: Marco (il nome è di fantasia) era angosciato, uno stato di angoscia importante che non riusciva a gestire, ha chiesto di essere ricoverato perché consapevole di avere bisogno di un contenimento importante. Erano le 23, insieme all’operatore vanno al pronto soccorso e aspettano che venga chiamato il medico psichiatra reperibileLeggi altro →

Viviamo in una costante rincorsa di qualcosa che non sappiamo bene cosa è. Non si tratta solo di una caratteristica del nostro tempo, ma di qualcosa che ci appartiene in maniera molto più profonda Certe cose mi hanno sempre affascinato, non solo le grandi cose, al contrario anzi spesso cose molto semplici, che però attraevano subito il bambino che era in me. Le scale mobili, ad esempio. Hanno sempre avuto su di me un potere di attrazione enorme, da ragazzo di campagna rimanevo a volte imprigionato nella compulsione di voler fare un altro giro di giostra, di provare quella sensazione di potere di avere aLeggi altro →

Come fanno gli psicologi che tornano a casa a non essere sopraffatti e “appesantiti” dalle storie dei loro pazienti? Come fanno a dormire sereni dopo aver ascoltato storie di sofferenza e di fatica? La chiave è nella relazione, non fuori da essa  Diversi sono i luoghi comuni che si aggirano attorno alla mia professione (come del resto, immagino, a molte altre, se non a tutte), ma la domanda che più spesso mi sento rivolgere è: “Ma poi, la sera, quando torni a casa, non ti senti appesantita da tutte le storie che ascolti?”.  La sera… in alcuni casi, arrivano anche a chiedermi “ma come faiLeggi altro →

A volte ce lo imponiamo, e non ci riesce. Fermarsi significa lasciar andare il controllo, anche su noi stessi, per stare realmente in contatto con noi e per poter stare in ascolto dell’altro L’abbiamo chiamato in tanti modi: meditazione, training autogeno, yoga, estasi, più di recente mindfulness e focusing. La questione che io, da ragazzo di campagna, amo chiamare semplicemente lo stare fermi riveste a mio modo di vedere una importanza cruciale per quelli che fanno il mio mestiere.  Io, da sempre agitato e inquieto, ne ho fatto una questione di vita o di morte, una di quelle cose che le impari per mestiere maLeggi altro →

Viviamo in una realtà che ad ogni momento, per qualsiasi cosa, ci impone di schierarci, di stare di qua o di là, come si dice ora “senza se e senza ma”. Ma cosa perdiamo in questa polarizzazione tra bianco o nero? Forse più di quello che immaginiamo “Si deve aspettare l’arrivo di un nuovo genere di filosofi… i filosofi del pericoloso ‘forse’ in ogni senso”. Così il grande Nietzsche in “Al di là del bene e del male”, sempre provocatoriamente dipinge, ancora una volta con precisione chirurgica, uno dei mali peggiori della nostra modernità, divenuto oggi sempre più attuale. Viviamo in una realtà che adLeggi altro →

La differenza la fanno le dinamiche che si creano tra le persone che ne fanno parte. E la possibilità – o meno – di essere diversi Il “branco”: quando leggiamo o vediamo questa parola sui media sappiamo che la notizia è quella di un’aggressione violenta a un singolo da parte di un gruppo di persone. Le più tristemente note riguardano il branco di Manduria che uccise un anziano disabile qualche anno fa, quello di Colleferro che – più di recente – ha ammazzato di botte il giovane Willy e, ancora, un branco di 20 ragazzini che si sono scagliati contro una giovanissima ragazza autistica, oLeggi altro →

Non è solo quello di andare avanti ma quello di sapersi fermare, a volte. O anche di voltarsi o, ancora, di fare un passo indietro. In un momento in cui passiamo da una pandemia alla minaccia di un conflitto globale, le strade per essere coraggiosi non sono sempre quelle che ci aspettiamo “Coraggio” era una delle parole più frequenti nel lessico familiare di mia nonna. A volte usciva come fossile di un proverbio e riportava al piano noto delle cose chi di noi anticipava nel pensiero incognite, problemi e fatiche. Forza e coraggio, che il mondo è di passaggio. Più spesso l’esortativo diventava vibrante, per scuotereLeggi altro →

“Il re d’Egitto disse alle Levatrici degli Ebrei: “Quando assistete le donne ebree durante il parto, osservate bene le due pietre: se è un maschio, fatelo morire; se è una femmina, potrà vivere” (esodo 1,15-16) Questo il celebre passaggio biblico delle Levatrici di Egitto e della missione a loro affidata dal Faraone di “risolvere”, in qualche modo, il problema della profezia che annunciava la venuta di un usurpatore del regno venuto dal popolo di Abramo. Che la storia del popolo ebraico sia costellata da sacrifici e persecuzioni purtroppo non è affatto una novità, singolare invece a mio parere è la strategia che le levatrici (castaLeggi altro →

Una delle storie dell’Almamatto è quella della poetessa americana che a 25 anni decide di chiudersi nella casa del padre. Un isolamento volontario, il suo, che non le impedisce di scrivere le sue poesie straordinarie e intense. Un rifiuto del mondo esterno che ricorda quello di moltissimi adolescenti che decidono di chiudersi, escludendo dalla loro vita il dialogo con l’altro Una riflessione sulla follia delle donne nella storia, ha dato vita, qualche giorno fa, a un evento che ha visto protagonista l’Almamatto, nella splendida cornice dello Spazio Alda Merini di Milano. “Pazze geniali”, era questo il titolo della serata, ha riletto alcune biografie al femminile,Leggi altro →