Nella parola fragilità c’è la stessa radice da cui deriva il termine “frammento” e che dice la nostra essenza. Ciascuno di noi non è che una minuscola parte del tutto, una crepa da nulla nell’Universo delle possibilità. Possiamo cercare di nascondere questa ferita e cavalcare il tempo della forza come se non dovesse mai esaurirsi, oppure decidere di assumere la vulnerabilità che ci abita e, attraverso di lei, respirare l’infinito.Leggi altro →

La sofferenza psichica può nascere dalla presunzione di avere diritto a una felicità senza ombre e senza deflessioni. Secondo Galimberti, questa aspettativa più o meno conoscia ha una radice cristiana e nasconderebbe hybris, ovvero l’ingenua tracotanza descritta dai Greci, un popolo serio ed educato al senso del limite. Dai Greci possiamo ricavare una formula, sia per godere nel tempo della gioia sia per contenere il male nel tempo del dolore.Leggi altro →

Prendere sul serio i bambini. Non dovremmo mai dimenticare questo precetto. Vale per le domande che ci rivolgono, ma anche per le conclusioni alle quali arrivano quando noi adulti non siamo in grado di soddisfare la loro sete di spiegarsi il mondo e di trovare un senso al proprio essere-nel-mondo. L’identità che i nostri figli costruiranno si gioca in questo spazio, che è uno spazio corale. Troppe volte ce ne dimentichiamo.Leggi altro →

Quando si nasce al proprio ruolo di genitori, educatori o – aggiungiamo noi – strumenti della relazione d’aiuto? La riflessione di Franco Nembrini suona scomoda, perché scavalca qualsiasi cedimento al protagonismo e allo zelo di chi si appresta a “fare”, nella presunzione di possedere le chiavi per il ben vivere dell’altro.Leggi altro →

L’ottimismo della cultura cristiana, secondo Galimberti, ha incubato il germe che dall’interno ha corroso lo spirito di solidarietà e la priorità della persona rispetto alla Legge con cui lo stesso cristianesimo era nato. Recuperare la vocazione rivoluzionaria del Vangelo – vero dettato cristiano – – è possibile solo custodendo l’imperfezione, accettando la stortura che è nell’uomo e nelle cose, proteggendo l’ombra che accompagna il viandante. E qui Nietzsche ha un insospettabile alleato.Leggi altro →

Ripensiamo al tratto di strada percorso con qualcuno e sentiamo che tutto, dal primo incontro all’ultimo sguardo, ha avuto un senso. I rischi che abbiamo corso sono giustificati, ogni fitta di dolore conosce riscatto, l’ebbrezza di un giorno qualunque ha la cifra dell’eccezionalità. Sappiamo che questo è amore. Qualunque sia la sua declinazione e comunque sia andata. Leggi altro →

Per non implodere di fronte alla vertigine del possibile, la libertà ha bisogno di confrontarsi con ciò che la limita. Altrimenti ogni azione si blocca, oppure deraglia. Enzo Bianchi ricorda che decidere significa “tagliar via”: escludere delle alternative per assumere su di noi la scelta che ci corrisponde. La libertà non può affermarsi senza rinuncia. E in questo non c’è contraddizione, bensì condizione prima per diventare ciò che siamo. Leggi altro →