Dedicato a quelli che vogliono ridurre alla ragione tutto ciò che è animale ed emotivo in noi…  Avvertenza: è consigliabile la lettura di questo brano praticando una sistematica disattenzione anche incoraggiata dall’assunzione non molto misurata di alcolici che possano ottundere a sufficienza la vista precisa e razionale. In ogni caso non si tratta di una cosa seria.   “Voglio solo capire il perché! Questo mi basta” Quante volte ho sentito queste parole e tutte le volte, davvero tutte le volte, mi viene l’associazione con la canzone di De Gregori: “… e non c’è niente da capire…” La prima cosa che sentiamo tutte le volte che laLeggi altro →

Non esiste comunicazione, né sviluppo, né crescita, senza un rapporto diretto tra attore e spettatore Cos’è questo silenzio. Perché ve ne state lì seduti muti, come fantasmi. Perché non applaudite: eppure siete venuti qui per me. Il vostro silenzio è peggio degli schiamazzi: un attore ha bisogno del pubblico. Voi volete condannarmi ad essere un cadavere vivente! Prima mi ubriacate con i vostri applausi e poi mi biasimate, perché non sono rimasto sobrio. Mi innalzate su ai vertici della gloria, ma poi pretendete che non mi dia alla testa! Voi volete che io sia tutto fiamma, ali per librarmi sopra i cieli e trascinarvi suLeggi altro →

Più che educare, la scuola del sospetto, del controllo e dell’umiliazione spegne la coscienza critica Aula scolastica in presenza, mese di ottobre. Una mia paziente, mi racconta un episodio che l’ha molto commossa. La figlia prende un 4 in matematica. Fa seconda media e da qualche tempo è in difficoltà. La mamma scopre il voto prima che la figlia rientri a casa, guardando il registro elettronico. Mentre pensa a come accoglierla e a cosa dirle, la mente torna alla sua totale incompetenza in materia e viene assalita dall’ansia che, come lei, anche la figlia possa iniziare a odiare la matematica, ritenendola incomprensibile e ostica. AppenaLeggi altro →

Ecco le mie risposte a chi mi chiedeva in che cosa consiste e a cosa serve il mestiere di psicologo  “L’amico è il terzo, dopo io e me… è il sughero che impedisce ai primi due di sprofondare nell’abisso” Friedrich Nietzsche nel suo “Also spracht Zarathustra” dipinge così la funzione della relazione, come l’unico supporto che possa evitare un avvitamento su se stessi in un soliloquio alienante ed esiziale.  Certo il Maestro ben conosceva i rischi del parlare da soli, dell’avere solo “io” e “me” come interlocutori. Lui che per lunga parte della vita aveva frequentato il manicomio conosceva bene la solitudine profonda di chiLeggi altro →

Il rischio di questi tempi è di cedere alle angosce che nella vita cosciente sono regolate dalla censura Vi ricordate le code interminabili davanti ai supermercati? Sicuramente ricordiamo tutti quelle di marzo, ma ci sono anche quelle di un mese fa. Nel timore di un nuovo rigido lockdown è ripartita quella stessa psicosi: code interminabili all’ingresso dei supermercati, carrelli stracolmi, corsa alle scorte di beni di prima necessità. Ancora, un paio di settimane fa, Napoli, diretta social: il presidente della Regione Campania ironizza sul desiderio di una bambina che piangendo dichiara di voler tornare a scuola. La definisce un organismo geneticamente modificato allattata al plutonio.Leggi altro →