La divisione di campo tra “buoni” (quelli che si vaccinano) e “cattivi” (la minoranza che non lo fa o quelli che, facendolo, avanzano dei dubbi) non giova a nessuno. Anzi, mi pare condivida la stessa debolezza di chi pretende la soluzione perfetta Ce l’hai il green pass? È sornione il tono del collega, mentre attendiamo di essere ammessi a un evento. Rispondo divertita, ma sotto le parole ribolle una riflessione di altro segno.  Premetto che sono vaccinata, sostengo i vaccini e riconosco tutta la gravità della pandemia. Pure, coltivo più di un dubbio a proposito di come si sta affrontando l’onda lunga del Covid. StoLeggi altro →

E’ la dimensione passiva del sentire che apre alla possibilità di instaurare una vera relazione  Il linguaggio mi ha sempre affascinato, la heidegeriana “dimora dell’essere” mi ha sempre attratto, come se ci fosse sempre qualcosa che sfugge, qualcosa che non si riesce bene a spiegare. Questo sottrarsi continuo, questo saper attrarre e distrarre aprendo un caleidoscopio di  significati, da una lato ci lascia spesso frustrati ma, se abbiamo l’ardire e l’ardore di andare oltre, ci permette di accedere ad altri mondi, altri significati, altre dimore.  In fondo il nostro lavoro di “psico-qualcosa” consiste proprio in questo, nel cercare di entrare nel linguaggio dell’altro; ogni termine èLeggi altro →

Andare o restare. La vita e la storia pongono spesso di fronte a un bivio. Si può andare per disaccordo, paura, desiderio di puntare altrove la freccia dei propri obiettivi, consapevolezza di aver chiuso un cerchio o una stagione dell’esistenza. Si può restare per inerzia o coraggio, fedeltà o viltà, adesione convinta (all’esperienza, a un’idea, a un amore) oppure semplice abitudine. Non sempre siamo consci della scelta che compiamo, ma scegliamo comunque, anche quando ci sembra di non scegliere. Il filmato ce lo ricorda, mentre smonta gli alibi e ci dice forte e chiaro che ogni decisione implica il prendere posizione. Qui, un magnifico Morgan Freeman neiLeggi altro →

Fare un passo indietro, lasciare un ruolo professionale o sociale, e godersi l’atterraggio… Felicità, dea sfuggente, inafferrabile, presenza sempre temporanea: vi proponiamo il secondo contributo sul tema, dopo l’articolo del nostro amico Juaquin Otuvas. E noi che pensiamo la felicità come un’ascesa, avremmo l’emozione che quasi ci smarrisce di quando cosa ch’è felice, cade.” (Rainer Maria Rilke)  Molto prima che Fuori Testata chiedesse contributi sulla felicità avevo scelto la chiusa della X Elegia di Rilke come commento (più eretico che poetico, ahimé) al mio profilo di WhatsApp. Povero Rilke: lui opponeva il sussurro della lirica al fragore della tecnica e io saccheggio i versi del suo capolavoro per incastrarli inLeggi altro →

L’invito è quello di distruggere le nostre regole per fermarci a contemplare la vita e tornare a stupirci Vi capita mai di sentirvi come criceti nella ruota? Alla ricerca del vostro star bene, della serenità e di qualche certezza in un mondo che, continuamente, destabilizza. Forse, tutto nasce da qualcosa che abbiamo scordato di saper fare: meravigliarci. Ho mangiato me stesso per tornare a meravigliarmi. Questo il messaggio forte e chiaro di un ex detenuto del carcere minorile di Nisida che nel podcast “I ragazzi di Nisida”, curato da Il Sole 24 Ore, racconta il suo ritorno a Scampia in occasione della demolizione di quella VelaLeggi altro →

Quanto accettiamo qualcosa che accade e che non dipende da noi? quante energie spendiamo a tentare di modificare ciò che non può esserlo e a negare quelle emozioni, spesso negative, che quella frustrazione ci provoca? Dopo più di un anno di chiusura ora sembra di tornare a vivere con le aperture, i vaccini in corso, le vacanze già fatte o da fare a breve. Cosa ha a che fare l’accettazione con le nostre vite in questo momento? E poi, accettare significa dimenticare?Leggi altro →

Dopo tanti divieti la libertà, e con essa la scelta, portano con sé una vertigine che può condurre alla chiusura Il signor D. ha iniziato, mesi fa, con me un percorso di crescita personale online. Quando le misure di emergenza sanitaria si sono allentate, ci siamo visti nel mio studio: un appuntamento fisso, lo stesso giorno, la stessa ora. Il signor D. procedeva nel percorso, scoprendo di sé alcune cose, tentando di cambiare i consueti percorsi del pensiero, riflettendo sulle proprie dinamiche personali e interpersonali. Tre settimane fa, tuttavia, gli impegni di lavoro del Signor D. ci hanno costretti a tornare dietro uno schermo. DopoLeggi altro →

Il Covid ci ha espropriato dei gesti di affetto. Ci scopriamo apprendisti di un nuovo linguaggio della prossimità. Sii dolce con me. Sii gentile.E’ breve il tempo che resta. Poisaremo scie luminosissime.E quanta nostalgia avremodell’umano. Come ora neabbiamo dell’infinità.Ma non avremo le mani. Non potremofare carezze con le mani.E nemmeno guance da sfiorareleggere.  Inciampo in questi versi di Mariangela Gualtieri una sera, e la mia mente non li lascia per giorni. I pensieri vengono all’inizio calamitati dall’apertura – sii dolce con me. Un appello a rispettare la delicatezza di ogni essere umano. Poi s’impigliano nell’accenno al tempo. Ovvio. Da un anno a questa parte, ilLeggi altro →