Come si affronta e come si è affrontata nei secoli che ci hanno preceduto? Quando è successo che da fatto della vita è diventata malattia da curare? Avere a che fare con la sofferenza non è una scelta, ma il come farlo, come trattarla e considerarla, dipende da noi Nel corso del tempo lo abbiamo chiamato in mille modi: male di vivere, dolore, melanconia, nostalgia, acedia… La fatica di stare al mondo arriva dalla notte dei tempi, da quando l’uomo comprende che il vivere e il morire non sono semplicemente legati ai fatti del mondo. Allo stesso modo in cui i bambini piccoli a unLeggi altro →

Come si affronta e come si è affrontata nei secoli che ci hanno preceduto? Quando è successo che da fatto della vita è diventata malattia da curare? Avere a che fare con la sofferenza non è una scelta, ma il come farlo, come trattarla e considerarla, dipende da noi Nel corso del tempo lo abbiamo chiamato in mille modi: male di vivere, dolore, melanconia, nostalgia, acedia… La fatica di stare al mondo arriva dalla notte dei tempi, da quando l’uomo comprende che il vivere e il morire non sono semplicemente legati ai fatti del mondo. Allo stesso modo in cui i bambini piccoli a unLeggi altro →

La forza ha a che fare con la violenza? E la rabbia come la gestiamo? La strada per comprendere quello che la mente a volte rifiuta di guardare resta quella del maneggiare, del gestire, dell’avere sempre a che fare con quella parte di noi che meno conosciamo, che più vorremmo nascondere. E alla quale fatichiamo a dare un nome «Opporre alla ragione della forza, la forza della ragione». Mi risuona questa frase, sentita nella mia Valsesia in riferimento alla seconda guerra mondiale e alla lotta di resistenza partigiana. Quello che appare come un gradevole gioco di parole rimanda a due aspetti fondamentali: se alla ragioneLeggi altro →

Sempre alla ricerca della ragione, della spiegazione, della razionalità, ci ritroviamo inevitabilmente ad avere a che fare con tutto ciò che non possiamo controllare, che è emozione, viscere e vita «Finalmente ho capito!»: quante volte abbiamo esclamato frasi simili. Lyu Tang, nel suo libro L’importanza di capire, rende con parole sicure e chiare la sensazione di essere attirati su un terreno sicuro e protetto tutte le volte che la ragione trionfa, tutte le volte che, in qualche misura, sentiamo di aver messo in sicurezza un angolo della mente nel quale albergava una domanda che non aveva ancora ricevuto una risposta. Tutto il percorso di crescita, almenoLeggi altro →

Adulti distanti e punitivi, quelli del passato. Adulti vicini e spaventati, quelli del presente. Senza la giusta distanza (e la giusta vicinanza) è la relazione con i nostri figli e i nostri alunni che rischiamo di perdere Sarà capitato anche a voi vedere in TV le riprese di una superficie perfettamente pulita analizzata al microscopio: più ci avviciniamo e più appaiono imperfezioni; quella che era una superficie liscia e perfettamente piana appare ora come un susseguirsi di avvallamenti, salite e discese, piene di organismi, di sporcizia, granelli che al microscopio appaiono come massi. A volte, mi dico, è tutta una questione di prospettiva, di distanze,Leggi altro →

Il potere creativo delle parole non si esaurisce nel mondo magico dei bambini. Quelle che, da adulti, ci sembrano solo strumenti per descrivere il mondo, nascondono poteri che non possiamo sottovalutare Abracadabra, una parola misteriosa che apre a una dimensione magica, che ci porta nel mondo incantato dei bambini, nel mondo in cui «si trova tutto nel nulla», per citare Leopardi. Io, da instancabile parolaio, ho cercato un po’ in giro e anche se a dire il vero il verdetto non è unanime, sembrerebbe che la parola magica discenda dall’aramaico Avrah kaDabra, che suona pressappoco così: «Con la parola creo». Pensando allora al potere creativo della parola,Leggi altro →

Abituati a pensare che essere forti significhi andare sempre dritti verso l’obiettivo, perdiamo di vista l’importanza del saper scegliere quel che è bene per noi, in ogni singolo momento “O la va o la spacca”, “Mi spezzo ma non mi piego”: quante volte sentiamo affermazioni del genere, che spesso ricevono il plauso generale o, in ogni caso, un certo grado di ammirazione. Nella vita di tutti i giorni, come nella politica, sembra che percorrere linee rette, che non ammettono deviazioni, sia sinonimo di vite risolute, potenti, sicure, invidiabili. Così succede che spesso ai nostri cuccioli trasmettiamo questa sicumera: li vogliamo imbattibili, senza curve, senza inutiliLeggi altro →

Un progressivo ritiro dalla vita: meno relazioni, meno occasioni sociali, giornate che passano sempre più spesso “in remoto”. Si perde l’esistenza stessa, il vivere fuori, con un rischio di implosione che sembriamo non considerare abbastanza «Sei d’accordo di fare la rivoluzione?», «Si ma non con la mia macchina!». Così, un geniale Paolo Rossi cercava con la sua irriverenza di aiutarci a comprendere l’inizio di quella che poi è divenuta l’età del disimpegno. Certo, di tempo ne è passato da quel dì e ciò a cui mi sembra di assistere, sia nel quotidiano, sia nel mio mestiere, è un progressivo spostamento della responsabilità da un lato,Leggi altro →

La Cappella Sistina che vediamo oggi non è quella di trent’anni fa. In qualche modo, sono proprio due diverse realtà. Quanto c’è del nostro sguardo, parziale e soggettivo, in quella che chiamiamo verità? Quanto dei nostri giudizi, pregiudizi e scorciatoie? Anni fa, più di trenta ormai, mio fratello, che all’epoca frequentava il liceo artistico e già allora era appassionato ed esperto di arte, in un assolato dopopranzo mi intrattenne per diverse ore spiegandomi che stava studiando Michelangelo e in particolare la Cappella Sistina, quelle volte in cui il maestro aveva impresso a imperitura memoria la Genesi e altri passaggi dell’Antico Testamento. Colpiva particolarmente l’atmosfera moltoLeggi altro →

Passiamo la vita a cercare di essere perfetti, ci sforziamo di corrispondere a un’idea di perfezione che – in realtà – poco ha a che fare con l’essere umano. Forse vale la pena guardarla per tempo, la vitalità dell’imperfezione Un uomo cammina su una strada di campagna, sulle spalle un bilanciere con un secchio per lato. Da giorni sta trasportando l’acqua dal pozzo verso il campo arido presso il quale ha deciso di coltivare. I secchi però sono bucati e perdono acqua, perciò il vecchio quando arriva al campo ha perso quasi la metà del prezioso liquido, ma lui sembra sereno, sembra non occuparsi dellaLeggi altro →