Bellissima l’epifania della gioia descritta da Lowen: una specie di effusione di luce, che viene dal contatto con il nostro corpo. Se davvero, come scrive Merleau-Ponty, il corpo è “lo strumento generale per avere un mondo”, perdere la sintonia con la nostra carne è perdere il mondo. Quindi precipitare nel deserto solipsistico, dove non c’è scambio, dove ai movimenti fluidi della vita si sostituisce la rigidità meccanica e anche la mente smarrisce i suoi ancoraggi. Molto c’è da fare – crediamo – per ricucire la compromissione vitale tra coscienza, pelle, muscoli, ossa e sangue. Ma è qui che il primo seme della salute si impianta. Proteggerlo, soprattutto nella bufera del Covid che tanto ha mortificato il corpo, è uno dei primi compiti della relazione d’aiuto. 2021-06-22