James Hillman, allievo di Jung ed esponente della psicologia archetipica, ci offre tre messaggi nello stralcio di questa intervista. Il primo è il richiamo ad assumersi la responsabilità di vivere nel proprio tempo, senza rinnegarlo e senza mitizzarlo. La sfida etica parte dal nostro essere in situazione. Fuori da ogni illusione, opposizione, fuga. Il secondo invito di Hillman è a paragonare la salute a un campo che non esclude ma al contrario contiene la malattia, intesa come sensibilizzazione a qualcosa che accade e che non riguarda, forse, solo il nostro particolare. Il terzo appello è a seguire gli antichi e a ricercare un equilibrio tra gli “umori”, interpretabili come tempi e modi di accostare la realtà. C’è un tempo melanconico per sentire la tristezza e il peso delle cose, ma c’è anche un tempo sanguigno in cui attivarci e assaporare nella difficoltà il gusto per la sfida. E poi c’è un tempo epicureo, per godere dei piaceri che la vita riserva, e di questi contentarci. 2021-07-13
Questa breve intervista mi ha “arricreato”, come avrebbe detto Camilleri.