Anche se apparentemente dolore e sofferenza possono sembrare sinonimi, la differenza è sostanziale. Per la filosofia Zen, per esempio, il dolore è inevitabile, mentre la sofferenza è opzionale. Una domanda apparentemente inutile, come spesso molte domande appaiono: che differenza c’è tra dolore e sofferenza? Sono la stessa cosa o sono sinonimi? Ad andare di corsa, come normalmente ci siamo abituati ad andare, si direbbe che in fondo siano la stessa cosa; a ben guardare, però, a voler spaccare il capello se non in quattro almeno in due, le cose stanno diversamente. Nella filosofia Zen viene spiegata bene questa cosa del dolore e della sofferenza, quasiLeggi altro →

Comprendersi significa conoscersi? Fino a che punto? La profonda conoscenza dell’altro può a volte portare con sé la perdita dell’ascolto e della comprensione. Ecco che, forse, «restare sulla soglia» può essere d’aiuto. «Non ci capiamo più!». Quante volte abbiamo sentito dire questa frase o l’abbiamo pronunciata noi stessi. Quanta sofferenza nel vedere che l’altro, magari amico di sempre o compagno di una vita (o a volte anche il professionista della relazione d’aiuto), non ci comprende più. Ma cosa vuol dire comprendere? Curioso paradosso: le persone più si conoscono e più rischiano di non riuscire più ad ascoltarsi, a comprendersi. Eppure, si direbbe, quando una personaLeggi altro →

Quando possiamo dire che di fronte a un torto è stata fatta giustizia? Se è la vendetta a guidarci, non facciamo che proseguire proprio in quella modalità che abbiamo criticato o contro cui abbiamo lottato «[…] e di affidarli al boia fu un piacere del tutto mio, prima di genuflettermi nell’ora dell’addio, non conoscendo affatto la statura di Dio». Così Faber, il maestro poeta e cantastorie della pochezza umana, ci racconta la storia di un nano che silenziosamente e caparbiamente riesce a studiare e a diventare giudice. Finalmente, dunque, raggiunta la statura elevata che il suo ruolo gli dà, riesce a compiere la sua vendettaLeggi altro →